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La Wagner & Co intervistata a proposito dei pannelli sottovuoto.
Un altro parere autorevole che mette in discussione questa tecnologia

 

Propongo in questo articolo la traduzione di un intervista apparsa su Sun&Wind Energy a Volker Kallwellis, progettista della Wagner & Co , in merito all’annosa questione : “ Tubi sottovuoto meglio o peggio dei normali pannelli piani ? ” .

Occorre considerare che persone legate ad una particolare società , tenderanno ad avere punti di vista allineati con la loro produzione, tuttavia e’ pur vero che chi lavora nel settore dell’energia solare da moltissimi anni avrà nel corso del tempo, cercato di sviluppare la tecnologia migliore;  per questa ragione e’ sempre prezioso e autorevole  il parere di chi lavora in produzione .

 

Fino a 2 anni fa’ avevamo tra i nostri prodotti anche i tubi sottovuoto.

A causa dell’alta performance dei nostri collettori piani la domanda di tubi sottovuoto e’ continuata a scendere.

Inoltre l’uso dei collettori sottovuoto richiedeva un’alta offerta di assistenza tecnica qualificata per via di vari problemi avuti nel passato.

Cosi dal 2007 abbiamo dismesso l’offerta di tubi sottovuotoi per focalizzarci solo su quella dei collettori piani.

 

C’e’ una serie  di ragioni che ci hanno portato a questo :

I pannelli piani hanno una migliore performance rispetto al costo in sistemi di produzione di acqua sanitaria e di riscaldamento ambienti.

La produzione specifica per metro quadro leggermente superiore si puo generare in maniera piu’ economica aumentando leggermente la superficie dei collettori piani installati.

I collettori piani sono robusti, durano a lungo, necessitano di poca manutenzionen e sopportano meglio determinati tipici errori di installazione; al contrario i tubi sottovuoto soffrono di una serie di svantaggi tecnici durante l’installazione e il funzionamento, che possono portare a grandi problemi ( per es. l’altissima temperatura di stagnazione ).

Il risultato della stagnazione e’ un invecchiamento precoce del fluido vettore che va sostituito molto piu’ di frequente .

Se sussistono sufficienti periodi di stagnazione e non si esegue la specifica manutenzione richiesta , il liquido vettore degrada e forma dei blocchi, simili alla pece, nei tubi dell’assorbitore. Il collettore cosi  diventa inservibile .

I sistemi che usano acqua pura come fluido vettore non soffrono questi problemi ma diventano pericolosi quando la temperatura diventa rigida e il ghiaccio puo distruggere il collettore se viene a mancare il sistema di protezione attiva del gelo a causa di un black.out o di un errato funzionamento.

L'irraggiamento solare sui collettori non ancora entrati in servizio , tende a non essere un problema per i collettori piani, anche quando lasciati al sole per periodi di settimane; diversamente i tubi sottovuoto soffrono in questi casi di precoci problemi di corrosione nei tubi interni di rame.

Diversamente dai collettori piani i tubi sottovuoto non usano vetro di sicurezza.

Questo rende perlomeno questionabile il loro uso in falda; infatti qualora si rompa uno dei tubi sussiste un considerevole rischio di ferimento a causa dei vetri che cadono taglienti e in grossi pezzi.

Nel caso peggiore si puo prospettare uno scenario di  “ lance di vetro ” .

Si sa’ che la rottura del vetro puo accadere anche senza il sussistere di un carico meccanico particolare, magari a causa di piccole imperfezioni di produzione ..

La grandine ha causato in passato considerevoli rotture nei vetri dei tubi a vuoto mentre nei collettori piani non si e’ osservato il problema in queste dimensioni.

I tubi sottovuoto CPC con riflettore diminuiscono le performance nel tempo a causa della corrosione e sporcamento del riflettore.

Non e’ in discussione che i tubi sottovuoto, a casusa delle minore perdite di calore, possano avere dei vantaggi a temperature di 70 o più gradi, tuttavia le applicazione di produzione di acqua calda e integrazione al riscaldamento possono essere servite da temperature considerevolmente più basse, dove i collettori piani lavorano con un rapporto costi/benefici migliore.

 

 

IL punto di vista di Volker Kallwellis e’ sicuramente interessante ed e’ chiaramente focalizzato sui problemi di service che generano i tubi sottovuoto rispetto a quelli piani.

Le criticità sono in effetti molte e mi ha colpito in particolare la considerazione sulla formazione di ‘pece’ nei tubi che ha osservato anche Paolo e descritto bene in un articolo qua pubblicato .

L’aspetto invece dei possibili incidenti che possono causare i vetri dei tubi sottovuoto a causa della loro intrinseca fragilita’, non l’avevo mai considerata ed e’ effettivamente un problema importante, in caso di installazione su una falda,  magari spiovente verso un luogo pubblico e affollato..

E’ fuori di dubbio che e’ ingenuo pensare che il proprio impianto solare dotato di pannelli sottovuoto, sia immune dai problemi discussi da Volker per almeno il periodo necessario ad ammortizzare l’impianto ; soprattutto alla luce dei costi di manutenzione necessari a garantire la vita dell’impianto,  che andrebbero a rodere i gia’ modesti risparmi ecominici dei sistemi solari in genere.

Non sono invece molto d’accordo con Volker dove dice che la maggiore producibilità di un tubo sottovuoto puo essere pareggiata con un’installazione di una superficie leggermente superiore di collettore piano.

Infatti nella mia personale esperienza non ho mai visto un impianto sottovuoto produrre di piu’ di un impianto a collettori piani, soprattutto in relazione alla superficie lorda occupata dal collettore…. Ho visto piuttosto molto di frequente impianti solari che funzionavano male e producevano poco a causa della cattiva qualità del boiler, oppure per via dell’errata se non folle interfaccia con la caldaia o ancora per via di errori logici di installazione.

..In particolare e’ assolutamente inutile soffermarsi sulla tipologia o sulla qualità del collettore solare, tralasciando gli aspetti veri e cruciali che determinano il successo di un impianto solare, che sono :

  • semplicita progettuale e logica,
  • ridotta o assente manutenzione
  • minime dispersioni.

 

Una road map da seguire potrebbe essere questa :

 

1) Il boiler deve essere di qualità e deve essere certificato e scritto sulle caratteristiche tecniche il valore di dispersione , espresso in in Kwh, nelle 24 ore.

2) Curare che il boiler solare sia installato preferibilmente in scarico, cioe’ che non venga riscaldato dalla caldaia oltre che dal solare .La caldaia deve integrare l’ acqua calda sanitaria e/o il riscaldamento, agendo in serie al boiler.

3) Non usare tubi sottovuoto e nel caso che proprio si voglia usare questa tecnoloigia curare che l’ installazione avvenga con una inclinazione superiore ai 60 gradi ( in modo da mitigare i problemi di sovratemperatura ) e che il fluido vettore sia acqua.

 

 

Posto questo articolo anche sul forum in modo da promuoverne una eventuale discussione.

Fabrizio.