Consigli tecnici. > Sottovuoto ? No grazie.


Sottovuoto ? No grazie.

La posa in opera di un impianto solare termico è un’operazione solo in apparenza semplice.

Sono molti i dettagli da non trascurare per avere il massimo dell’affidabilità da questi impianti e non creare danni all’edificio dove verrà posato il sistema.


Il cliente che decide di sfruttare le fonti energetiche rinnovabili, realizzando ad esempio un impianto a pannelli solari per produrre acqua calda, è particolarmente attento nel verificare che l’impianto mantenga le promesse fatte.

Egli ha scommesso per una tecnologia nuova e si combatte tra l’idea di essere stato un pioniere che ha anticipato una grande intuizione e uno sprovveduto che ha buttato i propri soldi dalla finestra.


In questa fase del processo decisionale ecco che si inseriscono i pannelli solari a tubi sottovuoto.

Una scelta che luccica negli occhi del cliente finale come la scelta “PLUS”, la scelta che può “fare la differenza”.

Il pannello a tubi sottovuoto si presenta infatti come un prodotto ad alto contenuto tecnologico, capace di stupire ed intrigare.

In alcuni casi il plus “sottovuoto” riesce a scardinare quella vecchia paura che ci portiamo dietro dagli anni 80 per la quale il solare termico è solo una fregatura, un affare per sognatori e romantici.

 Se metto il sottovuoto ci metto una marcia in più e ho risolto i problemi…

 


La tecnologia dei nostri giorni, i programmi di calcolo e i molti libri scritti in ogni campo del sapere hanno fatto innalzare le aspettative medie della gente.

Oggi si ritiene tutto possibile e scontato … siamo nel 2000, cosa vuoi che possa andare storto ?


Proprio per questo vi invito a prestare attenzione.

Un impianto solare termico è solo in apparenza un normale impianto idraulico.

Se imprevisti e problemi vi sembrano una possibilità remota, vi sbagliate di grosso: un impianto solare termico è un circuito idraulico soggetto a molte più sollecitazioni di pressione, temperatura e agenti atmosferici di quanto lo sia un normale impianto idraulico di riscaldamento interno ad un edificio.

Un pannello solare a tubi sottovuoto, in assenza di circolazione del liquido termovettore può raggiungere temperature superiori ai 250 °C in fase di stagnazione (cioè sotto il sole di Luglio quando non consumate acqua).

Vi siete domandati quanti componenti della termoidraulica reggono tale temperatura ?

Prendete invece un pannello solare piano vetrato.

Questo difficilmente supera i 160 °C in fase di stagnazione.

Non sono comunque pochi per un circuito che deve durare 20 anni.

 


Parlando con un installatore sono venuto a sapere che su un impianto con pannelli sottovuoto in occasione di una stagnazione, vicino ai pannelli si sono sfilati due tubi di rame uniti tra loro mediante saldatura !!

Questo significa che il pannello sottovuoto ha portato la temperatura al punto di fusione del materiale di apporto della saldatura e il tubo si è dissaldato come se ci avessero messo addosso un saldatore a gas acetilene !!
In passato ho criticato i tubi sottovuoto perché le notizie che giravano tra gli addetti al solare termico erano: “vanno bene finché non esce il vuoto”.

Questa affermazione è giusta, ma nel caso dell’impianto solare di casa mia, l’impianto ha subito altre conseguenze quando è improvvisamente passato da una resa di 4000 W termici a 1400 W.

Quando il cielo è sereno, il sole splende sempre con la stessa intensità, ma da tre anni il mio impianto ha perso 2/3 della sua potenza.

Sono salito sul tetto in giornate di pieno sole e toccando i tubi questi sono sempre risultati freddi.

 Questo significa che il vuoto c’è ancora.

Cosa è successo quindi ?

Sono fermamente convinto che qualcosa abbia intasato i tubicini di scambio presenti nel tubo sottovuoto.

Questi tubicini di rame, spesso del diametro interno di soli 6 mm, sono presto bloccati dal passaggio di un corpo estraneo in circolazione.

Poniamo che si sia staccato un pezzo di guarnizione durante una bella stagnazione a 250 °C.

Questa è stata trascinata dal liquido termovettore fino ai tubicini, la guarnizione si incastra e la temperatura fa il resto saldando il corpo estraneo al tubo.

Il risultato è che mi trovo con dei pannelli solari intasati con 14 x 3 = 42 tubi di cui forse solo 12 o 15 funzionano veramente.

Gli altri hanno la circolazione impedita per cui non scambiano calore.

Ho provato anche a svuotare l’impianto. Ho effettuato lavaggi e controlavaggi con il risultato che usciva sempre più antigelo misto a qualcosa come gomma sciolta, come se fosse petrolio.

Ma l’impianto non si è sbloccato.


Non è possibile risolvere facilmente il problema.

Dovrei usare qualche solvente ? Ma se non c’è circolazione dove i tubicini sono intasati, il solvente mi laverà solo la parte non intasata...

Risultato: io ho perso fiducia nei tubi sottovuoto e rivivo l’incubo degli anni 80 proprio grazie a questa supertecnologia.

Forse la mia delusione è una reazione troppo emotiva, ma di esperienze negative con il solare termico nessuno vuole più saperne.

Basta !!

Se le case costruttrici devono fare ancora dei progressi con il sottovuoto, che ci lavorino sopra, ma non ancora una volta a spese del cliente finale e della reputazione del solare termico.

 

La storia del solare termico è una storia bastarda.

Gli idraulici lo sanno.

Difficilmente troverete installatori che spingono per il solare termico, saranno piuttosto spinti a scoraggiarvi, adducendo scuse come: “costa troppo e non se lo ripaga mai”, “bisogna rompere troppo per far passare i tubi”, “lasci perdere, che è meglio…”, ecc..


Anche il sottoscritto ha commesso degli errori, a volte anche pesanti, ma ora, dopo aver progettato e collaudato impianti per 400 mq di pannelli solari termici, credo di aver risolto la maggior parte dei problemi.

Credetemi, non è stato facile.


Infine altre due ragioni per stare alla larga dal sottovuoto: il costo nettamente maggiore a parità di superficie captante (dal 200 al 300% in più !!) e le prestazioni termiche che fino a 40-50° sono del tutto equiparabili (se non minori) a quelle del vecchio pannello piano vetrato in rame.


Recentemente ho visitato J. GIORDANO Industries, una ditta francese che si può definire uno dei pochi veri costruttori europei di pannelli solari e mi sono compiaciuto di una cosa: hanno cessato la produzione dei loro pannelli sottovuoto (tra i più performanti al mondo).

Parlando ancora con i francesi siamo venuti sull’argomento di un installatore spagnolo cha ha acquistato un container di sottovuoto cinesi ed ora è disperato perché sul tetto ha tante “caffettiere” (così le abbiamo definite perché soffiano vapore appena i malcapitati vanno in ferie 2 giorni) e in magazzino tanti tubi.


Le criticità del solare termico non risiedono più nel pannello solare, componente che ha raggiunto una notevole maturità (a parte i miei sottovuoto…), ma nella qualità della posa, della progettazione e del software di gestione della marcia durante le ore di sole.


Tra tecnici come architetti, ingegneri, periti e geometri vi è invece un grave ritardo di aggiornamento sulla tecnica del solare.

Questa infatti comporta conoscenze sull’orientamento del campo solare e quindi dell’involucro del costruito, sulle dannose ombre che gli edifici proiettano e via dicendo.

Infine un giusto riconoscimento a tanto scetticismo sui pannelli solari che vedo nella gente quando entro quotidianamente nelle loro case: hanno ragione !!

In passato gli impianti sono stati fatti male, morti dopo pochi anni, alcuni nemmeno mai riempiti con l’antigelo perché quello che contava era prendere i soldi dei contributi e tagliare la corda, installati da idraulici improvvisati, da gente poco professionale che è saltata sul carro del solare, sulla moda del momento.

Oggi con il rinnovato vigore di un governo che spinge il solare, si rischia di rivivere lo stesso incubo degli anni 80, perché se i materiali hanno (quasi) raggiunto la piena maturità, gli installatori e i tecnici scontano, in Italia, un grave ritardo.

 

 

 

Paolo Zaniboni